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21 Gennaio 2025

La Grande Arte al Cinema

Torna con un cartellone che spazia dai primi germi dell’Impressionismo alla potenza del Divisionismo, passando attraverso una lettura inedita di Van Gogh e l’energia dirompente dell’arte di Warhol, la nuova Stagione della Grande Arte al Cinema di Nexo Studios (elenco sale a breve).

La stagione si aprirà il 4 e 5 febbraio con Pellizza pittore da Volpedo di Francesco Fei con Fabrizio Bentivoglio, prodotto da Apnea Film con la partecipazione di METS Percorsi d’Arte e presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma. Il docu-film racconta la vita tormentata del pittore divisionista Giuseppe Pellizza, celebre per il suo Quarto Stato e per la sua capacità di indagare l’animo e la società umana. Esplorando i luoghi in cui visse e la sua sensibilità artistica con la guida di Bentivoglio come “coscienza narrante”, Pellizza pittore da Volpedo svela le emozioni dell’artista e la sua visione della realtà attraverso un raffinato uso di inquadrature ispirate ai colori delle sue opere. La tragica fine di Pellizza, che si tolse la vita nel 1907 sopraffatto dal dolore per la perdita della moglie, è parte di questo racconto e rende ancora più profondo il legame emotivo dello spettatore con la sua arte. Il contributo della massima esperta di Pellizza da Volpedo, Aurora Scotti, e la collaborazione con l’Associazione Pellizza da Volpedo aggiungono una rilevanza storica al film, che non si limita a elencare opere e date, ma invita il pubblico a scoprire un artista che, pur appartenendo al suo tempo, parla ancora al presente. Il film è stato realizzato in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte – Piemonte Doc Film Fund, con il contributo delle Gallerie Maspes di Milano e in collaborazione con Sky Arte.

Il secondo appuntamento al cinema sarà il 4 e 5 marzo con Van Gogh. Poeti e Amanti che offre l’eccezionale possibilità di visitare, grazie al cinema, la mostra della National Gallery di Londra che ha conquistato il pubblico di tutto il mondo, riscrivendo per certi versi la storia di un artista sui cui si pensava di conoscere già ogni dettaglio. Proprio come la mostra, Van Gogh. Poeti e Amanti esplora gli anni trascorsi nel sud della Francia, dove Van Gogh rivoluzionò il suo stile, cambiando per sempre il corso dell’arte. Spostandosi passo dopo passo tra le sue pennellate, il regista David Bickerstaff indaga nello specifico il rapporto del pittore con la poesia e l’amore, la ricerca instancabile, l’uso rivoluzionario del colore e il suo stile unico. Prodotto con Exhibition on Screen da Phil Grabsky, che firma anche il soggetto con il regista, il film si sofferma inoltre sui veri motivi del trasferimento di Van Gogh nel sud della Francia e sugli esiti di una scelta che cambiò per sempre la sua vita. Oltre a offrire uno sguardo approfondito sulla salute mentale di Van Gogh, che ad Arles fu ricoverato all’Hôtel-Dieu reso immortale nei suoi dipinti, l’appuntamento al cinema mette in luce l’intelligenza acuta e la passione bruciante che alimentarono una carriera straordinaria.

L’8 e 9 aprile arriverà L’Alba dell’Impressionismo. Parigi 1874 che ci guida tra le sale della mostra omonima che il Musée d’Orsay ha dedicato ai 150 anni del movimento. Gli impressionisti sono uno dei gruppi più amati, popolari e imitati della storia dell’arte: milioni di persone accorrono ogni anno per ammirare i loro capolavori. Ma all’inizio questi pittori erano degli outsider disprezzati e squattrinati. Il 1874 fu l’anno che cambiò tutto: i primi impressionisti, “affamati di indipendenza”, ruppero gli schemi organizzando una mostra al di fuori dei canali ufficiali.  Il 15 aprile di quell’anno, l’esposizione della «Società anonima» aprì i battenti con circa 200 opere appese su pareti rivestite di lana bruno-rossastra nello studio del fotografo Nadar. Quel giorno il mondo dell’arte si apprestava a cambiare per sempre. Ma cosa portò a quella prima mostra rivoluzionaria? Chi erano le personalità anticonformiste che brandivano i loro pennelli in modo così radicale e provocatorio? La spettacolare mostra del Musée d’Orsay offre uno sguardo nuovo su questa straordinaria storia di passione e ribellione. La storia questa volta non è raccontata da storici e curatori, ma dalle parole di coloro che furono testimoni dell’alba dell’Impressionismo: gli artisti, la stampa e i cittadini di Parigi. Diretto da Ali Ray e prodotto da Phil Grabsky per Exhibition on screen, L’alba dell’Impressionismo. Parigi 1874 è realizzato in collaborazione con il Musée d’Orsay e la National Gallery of Art di Washington D.C.

La stagione si chiuderà il 6 e 7 maggio con Andy Warhol. American Dream diretto da L’Ubomír Ján Slivka e prodotto da Attack Film e rtv. Esplorando l’enigmatica personalità di Andy Warhol (1928-1987) e i suoi legami familiari, il documentario rivela aspetti inediti della vita e dell’ispirazione di questo personaggio iconico. Gli spettatori vengono coinvolti nel mondo di Warhol attraverso interviste intime e materiali personali, dalle sue origini slovacche (era figlio di due modesti immigrati originari di Miková, paese situato nell’odierna Slovacchia) agli anni folgoranti della Factory di New York, anche grazie ai contributi dei nipoti Donald Warhola, vicepresidente della Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, e James Warhola, illustratore e artista. Con materiale inedito e nuove prospettive, il film getta nuova luce sulla natura introspettiva e inaspettata di Warhol oltre che sulle ragioni dell’influenza radicale che il suo lavoro e il suo modo di intendere la creazione artistica ebbe sulla cultura contemporanea.

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