«Il cinema è un luogo d’amore. Nel passato, nel presente, nel futuro». È questa frase così carica di romanticismo di Drusilla Foer una delle chicche più belle della cerimonia di premiazione dei David di Donatello 2022, arrivata in un momento particolarmente critico per il cinema italiano vista la scarsissima presenza del pubblico in sala degli ultimi mesi. La macchina, però, si sforza di ripartire, e gli sforzi della filiera produttiva sono a dir poco ammirevoli vista l'infinità di pellicole sfornate quest'anno ma che, purtroppo, molti spettatori non hanno avuto modo di vedere, impigriti dai cinema domestici che le piattaforme ci hanno illuso di offrirci senza bisogno di alzarci dal divano. Allora, come ha avuto modo di sottolineare Silvio Orlando dal palco, è il caso di «muovere il culo», perché il Paese che ha dato i natali a Rossellini, Fellini, De Sica, Scola, Germi, Antonioni, Wertmüller e Visconti solo per citarne alcuni non può accartocciarsi su sé stesso mentre il resto d'Europa prolifica e macina consensi. In questo, il trionfo di È stata la mano di Dio come miglior film è senz'altro significativo, visto che, proprio grazie a Netflix che lo ha distribuito, si tratta probabilmente del titolo più visto e conosciuto dal pubblico.
Il film, il più intimo e spoglio tra quelli della filmografia di Paolo Sorrentino, ottiene, tra gli altri, anche il David di Donatello alla miglior attrice non protagonista a Teresa Saponangelo, un talento esploso troppo tardi, e alla miglior regia, permettendo a Sorrentino di arrivare a quota 6. «Devo ringraziare i napoletani, la troupe, gli attori, mia moglie Daniela, i miei figli Anna e Carlo e una ragazza, Ludovica Bargellini, che non c'è più da pochi giorni», si è limitato a dire il regista che ha condiviso la serata con un altro titolo, Freaks Out di Gabriele Mainetti, riuscito a portarsi a casa, come avevamo previsto, tutti i David tecnici, dalla scenografia al trucco. Le sorprese più gradite sono arrivate, però, al momento della consegna dei premi agli attori: dal giovanissimo Eduardo Scarpetta, che quando ha conqusitato il David di Donatello come miglior attore non protagonista per Qui rido io - dedicato al suo trisavolo - ha avuto la stessa espressione sgomenta di Mahmood al momento della vittoria a Sanremo del 2019, e la dolce Swamy Rotolo, miglior attrice protagonista per A Chiara ad appena 17 anni.
Standing ovation meritatissima, poi, per il terzo David di Silvio Orlando, stretto tra le mani grazie alla sua magistrale interpretazione in Ariaferma: per lui un ringraziamento speciale alla moglie Maria Laura - «Sta bene, però» - e a quell'industria magica che gli ha cambiato la vita più di trent'anni fa. Insieme all'emozione viva di Manuel Agnelli, vincitore della miglior canzone originale per Diabolik, all'omaggio doveroso a Monica Vitti e all'esibizione ultra-pop di Umberto Tozzi, qualche intoppo in questa 67esima edizione dei David di Donatello c'è stato. Come il segmento dell'In Memoriam, quello che rende omaggio a tutte le maestranze che ci hanno lasciato nel corso dell'anno e che la regia non ha valorizzato a dovere, scegliendo di puntare la telecamera sulla performance canora di Drusilla Foer - vera rivelazione della serata - anziché sulla carrellata dei volti e dei nomi che scorrevano dietro di lei. Ci rendiamo conto quanto il cinema e la televisione siano due mondi paralleli e spesso incomunicabili, tuttavia la scelta di Rai1 di trasmettere la cerimonia in prima serata, specie in questo momento storico, è necessaria, oltre che doverosa: un tributo sentito a un'industria che ha fatto e sta facendo tanto per la nostra arte nel mondo e che continuiamo a trattare in maniera indegna e ingiusta.
Ecco tutti i vincitori dei David di Donatello 2022:
Miglior film
È stata la mano di Dio
Miglior regista
Paolo Sorrentino (È stata la mano di Dio)
Miglior attore protagonista
Silvio Orlando (Ariaferma)
Miglior attrice protagonista
Swamy Rotolo (A Chiara)
Miglior attore non protagonista
Eduardo Scarpetta (Qui rido io)
Miglior attrice non protagonista
Teresa Saponangelo (È stata la mano di Dio)
Miglior sceneggiatura originale
Ariaferma
Miglior sceneggiatura non originale
L’Arminuta
Miglior esordio alla regia
Laura Samani (Piccolo corpo)
Miglior produttore
Freaks Out
Miglior fotografia
È stata la mano di Dio – Daria D’Antonio
Freaks Out – Michele D’Attanasio
Miglior compositore
I fratelli De Filippo – Nicola Piovani
Miglior canzone originale
Diabolik – “La profondità degli abissi” (Manuel Agnelli)
Miglior scenografia
Freaks Out – Massimiliano Sturiale, Ilaria Fallacara
Migliori costumi
Qui rido io
Miglior trucco
Freaks Out
Miglior acconciatura
Freaks Out
Miglior montaggio
Ennio
Miglior suono
Ennio
Migliori effetti visivi
Freaks Out
Miglior documentario – Premio Cecilia Mangini
Ennio
Miglior film internazionale (già assegnato)
Belfast
Miglior cortometraggio (già assegnato)
Maestrale – Nico Bonomolo
David Giovani
È stata la mano di Dio
Mario Manca; Vanity Fair, 4 maggio 2022